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lunedì 6 agosto 2012

Ennesimo caso di Malasanità: medici, rimangono impuniti..

Ennesimo caso di Malasanità: medici, rimangono impuniti...

Madre, perde la vita.. per "intevento di routine"; figlia, sfiora il "suicidio", per "caso insabbiato" da anni e forte conseguente depressione ..

Vite distrutte, spezzate .. Succede, in Italia.
- A voi la Storia.


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Buonasera.

Sono una delle tante persone italiane che si sono rese conto, sulla propria pelle, che possono accadere vicende che ti spezzano il cuore e la vita... nell'indifferenza di tutti...
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Mia madre ha perso la vita per la sostituzione di una valvola cardiaca (intervento di routine effettuato a migliaia ogni giorno in tutto il mondo) quasi 10 anni fa, presso un Dipartimento del Policlinico di Monza, ospedale famoso sia in Italia che all'estero, il cui motto è "L'etica nel sanitario".

Ci avevano detto che l'operazione era stata eseguita in ritardo, e poichè il nostro cardiologo conosceva personalmente il cardiochirurgo, sia il cardiologo che noi abbiamo creduto a quello che ci veniva detto.

Invece, solo leggendo la cartella clinica dopo 1 mese dal decesso abbiamo scoperto che era sopraggiunto un infarto, dovuto sicuramente ad una manovra effettuata durante l’operazione, ovvero la "pinzatura della coronaria", mentre si cuciva la nuova valvola; la stessa cartella clinica riporta la dicitura "per verosimile compressione dall'esterno" senza chiarire l'accaduto, vicenda definita "incredibile" ancora recentemente per iscritto da un medico legale che lavora "a latere" dell'Ospedale Sant'Orsola di Bologna.

Non sapremo mai se abbiamo perso nostra madre per fatalità o per errore, in quanto non essendo stati a conoscenza dell'infarto, non abbiamo potuto richiedere l'esame autoptico ed ovviamente neanche i medici che invece erano a conoscenza di quanto accaduto.

Poi, un muro di omertà da parte dei vari medici legali ed avvocati a cui ci siamo rivolti.


Convinta che occorra lottare per il riconoscimento dei propri diritti, provata anche dalla perdita di mio padre quando avevo poco piu' di 20 anni dopo una malattia di 10 anni, e da vari aborti spontanei, e dall’impossibilità di avere figli, ho deciso di lottare, per ottenere chiarezza; e, dopo 2 anni e dopo vari interventi di persone influenti, sono stata convocata da un responsabile, per la Vigilanza sulle Case di Cura convenzionate con il SSN, e di fronte a testimoni, informata della possibilità, molto fondata, che fosse stata effettuata anche una trasfusione sbagliata, addirittura in sala operatoria

Quanto sopra 7 ANNI FA.

Incredula, stordita, shockata, ho atteso che fosse fatta chiarezza su questa eventualità terribile..

La persona che mi ha comunicato quanto sopra, si è poi resa irreperibile; ho presentato un esposto alla procura di Alessandria, e non sono MAI stata convocata, nè tantomeno il testimone da me indicato nell’esposto, nè le mie affermazioni GRAVISSIME contestate al responsabile (ho letto i verbali), in modo da chiarire se io stessi CALUNNIANDO UNA PERSONA, IL CHE E' REATO, O LUI FOSSE RETICENTE IN UN OMICIDIO COLPOSO;

richiesta archiviazione sulla base di una perizia di ben 7 PAROLE, “non ci sono segni di trasfusione sbagliate”, frase quantomeno ambigua, a fronte di quasi 40 sacche di sangue..

una quantità di sangue 5 volte quella normale: la paziente viene definita "anemica e in stato di shock" e la cartella clinica appare manomessa!!!!

Per quanto riguarda l'infarto: nessuna spiegazione nella perizia di cosa fosse accaduto IN CONCRETO, solo l'ammissione che potesse essere sia un errore che una fatalità, e da parte del giudice, la possibilità che potesse essere avvenuto un errore senza chiarire l'accaduto non è stato considerato un elemento tale, da prendere provvedimenti nei confronti dei medici!

Ho rinvenuto io il documento con il numero di sacca sbagliato, lasciato inavvertitamente che il magistrato ha affermato non esistesse, con FIRMA e sigla di 2 dipendenti della casa di cura; quello stesso documento di cui ci aveva parlato il responsabile rendendosi subito dopo IRREPERIBILE, senza farne menzione al magistrato, CHE NON GLI HA CHIESTO SPIEGAZIONI AL RIGUARDO; LO ALLEGO ANCHE A VOI e, mi sono opposta all'archiviazione, niente da fare, neanche in questa occasione: MAI CONVOCATA e l'opposizione, alla richiesta di archiviazione, è stata respinta senza neanche avvisarci, perchè il documento non è stato considerato RILEVANTE !!

Adesso viene il meglio perchè entra in gioco l'ineffabile presidente Napolitano, che sempre discetta dell'esigenza di VERITA' E GIUSTIZIA.

Con uno sforzo incredibile, ho chiesto aiuto PROPRIO AL GARANTE DEI DIRITTI DEI CITTADINI ITALIANI, Napolitano, ed è stata richiesta una valutazione al Csm sulle modalità di gestione del procedimento, questo ben 5 ANNI FA, e.. da allora NESSUNA RISPOSTA.

Ovviamente, io ho provato a sollecitare quando è trascorso un anno e, le risposte che mi venivano date dalla Presidenza della Repubblica, per iscritto, erano le seguenti: avevano provato a sollecitare il CSM, ma non AVEVANO RISPOSTA.

Comunque, già da anni la Presidenza della Repubblica non mi risponde neanche più, neanche quando ho riscritto subito dopo la perdita di mio suocero per infarto, e soffriva molto proprio per la situazione che si era venuta a creare....

Non ho avuto alcun cenno di riscontro neanche quando ho inviato la risposta avuta dalla Sig.ra Reding, responsabile dell'Unione Europea, che si dimostrava molto colpita dall'accaduto, definita una vicenda "tristemente travagliata", ma fiduciosa che le istituzioni italiane sarebbero riuscite alla fine a chiarire la situazione...

Invece non si e' chiarito alcunche'.

Pertanto, ho deciso di scrivere al Sig. Cascella, portavoce del presidente Napolitano, circa 1 un anno e mezzo fa e, finalmente, sono riuscita a sapere che la valutazione del Csm e' avvenuta, dopo 2 ANNI E MEZZO, a Luglio 2009, (VEDASI ALL.TO) senza che si ritenesse opportuno avvisarmi (nonostante l'avesse richiesto piu' volte lo stesso Ufficio della Presidenza della Repubblica), come da mail a mie mani, neanche dopo più di 2 anni, e mie ripetute preghiere.

A tuttoggi, io non so come si sia espresso il Csm, ma appare ormai chiaro che le modalita' di indagine soprariportate siano considerate esaurienti ed esaustive.

La Presidenza della Repubblica delle Banane, mi ha scritto di aver chiesto che fossi informata dalla procura sullo stato del procedimento, ma NATURALMENTE NESSUNO MI HA PIU' FATTO SAPERE NIENTE !!!


Nel frattempo, mio cognato di 47 anni è mancato, per un tumore al cervello, lasciando 2 figli minorenni e, la mia famiglia, è precipitata definitivamente nella disperazione.

Io mi sono ammalata di depressione, reattiva di 1° grado, attestata dal prof. Bugiani un medico famoso che mi ha in cura e che ha definito una vicenda del genere "sconvolgente" dal punto di vista emotivo.


Ho trovato un parlamentare che, stupefatto dall'accaduto, ha presentato un'interrogazione parlamentare e, alle richieste facenti parte del testo, dell'interrogazione stessa, ovvero:

- perchè NON FOSSI STATA ASCOLTATA NEANCHE UNA VOLTA E NEPPURE IL TESTIMONE

- perchè NON FOSSI STATA A CONFRONTO CON IL RESPONSABILE VISTO CHE FORSE STAVO CALUNNIANDO

- perchè non si fosse approfondita l'indagine dopo che ADDIRITTURA IO avevo rintracciato il DOCUMENTO CON IL NUMERO DI SACCA SBAGLIATO di cui mi aveva parlato il responsabile che poi si era reso irreperibile

- perchè erano già trascorsi 4 ANNI, e non si conosceva la valutazione del Csm, richiesta dalla presidenza stessa ...

UNA SOLA RISPOSTA : IL MAGISTRATO, CHE HA AFFERMATO CHE: NON MI ERO OPPOSTA CON dei DOCUMENTI abbastanza "RILEVANTI".. per il caso

Certo, come no: era "solo" un documento firmato e siglato, di cui mi aveva parlato una persona che poi si era reso irreperibile, e che.. AVEVO DOVUTO RINTRACCIARMI DA SOLA PERCHE', IL MAGISTRATO NON L'AVEVA VISTO!!!!

Il magistrato ha avuto anche il coraggio di affermare che IL DOCUMENTO NON ERA RILEVANTE , che avrei dovuto invece richiedere di sentire altre testimonianze ( NON HA MAI ASCOLTATO NEMMENO ME)

(NE' IL TESTIMONE DA ME INDICATO NELLA DENUNCIA ) o richiedere altre perizie (HA DEFINITO PERIZIA.. una frase di 7 parole... ambigue, di fronte a QUANTITA' DI SANGUE ENORMI!!)

Vi giuro su quel che ho di più caro, ovvero la memoria dei miei, che ho pensato seriamente, ogni giorno, di togliermi la vita; PERCHE', UNA COSI' GRANDE PRESA PER I FONDELLI.. E' INTOLLERABILE! ...


Ho pensato, anche, di "gambizzare" questo "magistrato"; perchè HA UNITO, AD UN DOLORE TERRIBILE, UN ALTRO PESO TERRIBILE: il peso dell'ingiustiza!


Ho messo priorità alta in quanto, in questa mia terribile lotta contro la malasanità (lotta che ha rovinato, quel poco che rimaneva della mia esistenza..) siamo arrivati al limite di prescrizione, anche per azioni civili.


Vi ringrazio, veramente, qualora decidiate di pubblicare questa mia storia.


Cordiali saluti.


Carla Venturelli
Via Rivoli 9 int. 8 16128 Genova
340 404.3418 - 010 576.13.84



Aggiornamento:

prima di tutto Vi ringrazio molto.



Volevo inoltre comunicarVi che ho intrapreso anche una petizione on line, su sito internazionale, finora 200 firme da tutto il mondo, dall'Europa ma

anche da America, Australia anche dalla Cina (!)



Di seguito il link , se aveste la possibilita' di inserire anche questo, ve ne sarei veramente molto molto grata .



http://www.thepetitionsite.com/455/320/749/demand-justice-for-my-mothers-murder-im-fighting-for-10-years/




RingraziandoVi ancora molto per l'aiuto che state dando a persone in situazioni difficilissime, invio cordiali saluti.



Carla Venturelli




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Vi ricordiamo che la nostra mail dove mandarci le vostre segnalazioni, è la seguente:

Contatto: denunceinrete@gmail.com


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(SiamoTuttiGiornalisti.Org)



2 commenti:

  1. LIVESICILIACATANIA
    Rischiava un'ischemia chiama il 113 per farsi curare
    Lunedì 28 Gennaio 2013 - 20:37 di Federica Campilongo
    Rischiava un'ischemia celebrale, non c'erano medici in corsia e per farsi curare ha dovuto chiamare le forze dell'ordine. Ecco il racconto di un lettore di LiveSiciliaCatania di un giorno di ordinaria malasanità all'Ospedale Garibaldi Nesima. Pellicanò, manager dell'azienda ospedaliera conferma: “Ho disposto un'indagine interna”
    CATANIA – Un banale intervento, l’estrazione di una vena varicosa, poteva trasformarsi nell’ennesimo caso di malasanità all'Ospedale Garibaldi Nuovo. La denuncia, segnalata da un nostro lettore, punta il dito verso il nosocomio catanese.

    La cronaca. Era l'11 gennaio 2013, un sabato, quando la paziente subisce l’intervento per l'estrazione di una vena varicosa. Terminata l'operazione l'infermiere di turno avrebbe sostenuto, secondo la denuncia del lettore a LiveSicilia Catania, che la donna poteva essere dimessa subito. "La domenica non ci sono medici in reparto" avrebbe aggiunto, però, l’infermiere ai familiari della degente. Le dimissioni, dunque, dovevano essere posticipate al lunedì successivo.

    La paziente dopo qualche ora inizia a manifestare dei dolori, tanto che la domenica, denuncia dei forti malori e, sempre secondo il racconto del lettore, si sarebbe rivolta all'infermiere di turno ch, però, avrebbe risposto: “Il dolore è normale a causa dell'intervento, non si preoccupi, purtroppo sono solo in reparto, non ci sono medici fino a lunedì". Ma il dolore persiste e aumenta di ora in ora.

    La situazione si aggrava e i familiari decidono di chiamare la polizia. Ed è solo grazie all'intervento delle forze dell'ordine che sarebbe stato possibile rintracciare l'unico medico reperibile poiché in servizio al pronto soccorso. Un medico otorino che visita la donna e la sottopone ad una tac. “Ringraziamo questo medico – affermano i familiari – poiché grazie alla Tac è stato riscontrato alla paziente un principio di ischemia”.

    La donna che doveva essere dimessa l'indomani, invece, viene trattenuta in ospedale. “Siamo senza parole - commentano i parenti - Come è possibile che si verifichino questi atti di completa negligenza? Durante quelle giornate siamo rimasti più volte bloccati in ascensore per più di 30 minuti. E come se non bastasse, al momento delle dimissioni, è stata rilasciata, - raccontano - per sbaglio, la cartella clinica di un'altra paziente”.

    Dall’Ospedale arriva la replica. “La Direzione Generale dell’Arnas Garibaldi, ha subito dato incarico al Direttore Sanitario del Presidio di Nesima di disporre una specifica indagine interna –dichiara il Direttore Angelo Pellicanò a LiveSiciliaCatania- per verificare quanto accaduto e se vi siano stati errori sulle procedure adottate dalla struttura nella fase di ricovero, di assistenza e di dimissione".


    29 gennaio 2013 08:19

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  2. <mia figlia, nata con una grave forma di displasia ossea, è stata operata presso il Rizzoli di Bologna ad entranbe le gambe sia nella parte tibiale che in quella prossimale (femorale)con metodo Ilizarov. Mia figlia,perquanto piccola di statura (nana) era perfettamente abile. Il medico ha voluto spingere l'allungamento osseo fino ad un totale di 22.5c. in tempi molto brevi al punto che l'articolazione del ginocchio destro si è completamente lussata richiedento un imtervento di artromiolisi. A seguito di ciò il ginocchio si è lussato di nuovo. E di nuovo. Mia figlia ha iniziato la terapia chirurgica all' età di 13 anni.
    Ha ora 22 anni ed ha passato l'adolescenza su una poltrona a rotelle; passerà probabilmente il resto della vita su una poltrona rotelle in quanto la gamga destra e totalmente incapace di sostenere il peso del corpo e si trova in posizione semiflessa permanenemente lussata con rotazione tibiale. Avendo richiesto diverse altre opinioni sia in Italia che all'estero (Svizzera, Francia) mie stato detto all'unisono che si è trattato di un'ambizioso progetto medico finalizzato non tanto al bene del paziente quanto alla fama del medico ( quando tutto andava bene, mia figlia era cicondata da apparecchi di ripresa fotografica e videocamere sul cui consenso ho seri dubbi). Il suddetto allungamento è stato inoltre realizzato con tecniche non adatte all' estensione di tale allungamento ed obsolete

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